Il cammino di libertà


25aprile

Il cammino di libertà: questo il titolo della lectio magistralis che Carlo Costantini, presidente provinciale dell’Associazione Partigiani Cristiani terrà agli allievi delle V classi venerdì 24 aprile alle ore 11 nell’aula magna del Liceo scientifico di Ceccano, come commemorazione del 64° anniversario della Liberazione. Carlo Costantini, partigiano, membro del CNL provinciale, più volte sindaco di Alatri e segretario provinciale della DC, racconterà ai ragazzi che cosa fu la guerra di Resistenza in Ciociaria fino alla Costituzione Repubblicana. L’iniziativa, che ha come scopo quello di far incontrare i ragazzi con i testimoni diretti dei grandi eventi storici, si inserisce nell’ambito delle Lectiones Magistrales che accompagnano lo svolgimento dell’anno scolastico nel Liceo Fabraterno ed inoltre celebra le grandi ricorrenze della Repubblica Italiana per aiutare le giovani generazioni a non dimenticare e a ragionare con spirito critico. La manifestazione è curata dai docenti di storia delle classi V del Liceo fabraterno, Stefania Alessandrini, Roberto Frate, Daniela Mastracci, Massimo Parente.

Pubblicato il 23 aprile 2009 su Uncategorized. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 3 commenti.

  1. Non si dovrebbe mai dimenticare:
    1) che gli italiani il 25 aprile 1945 erano felici per la fine della guerra;
    2) che non si sentirono “liberati” ma sconfitti;
    3) che “l’armistizio lungo” firmato con gli americani nel 1943 impose all’Italia una resa senza conndizioni obbligandola a non poter prendere alcuna decisione senza ordini da parte dei vincitori;
    4) che l’Italia non è mai stata in guerra con Germania e Giappone tanto è vero che dopo il 25 aprile 1945 nessun trattato di pace è stato firmato con tedeschi e giapponesi;
    5) che infatti la cosiddetta dichiarazione di guerra alla Germania e al Giappone del governo del sud non è stata mai considerata valida dal diritto internazionale in quanto il governo dei badogliani non aveva sovranità;
    6) che siamo l’unico popolo al mondo che festeggia una sconfitta militare;
    7) che nonostante l’8 settembre e i partigiani l’Italia è stata considerata ijn tutti i trattati come potenza sconfitta al pari di Germania e Giappone;
    8) che senza l’opera dei partigiani la guerra sarebbe finita allo stesso modo;
    )) che se non ci fosse stata la resistenza ci saremmo risparmiate tante stragi naziste e tante stragi comuniste.

  2. Si deve però sempre ricordare che il movimento di resistenza, in tutte le sue componenti e con le sue contraddizioni, tipiche di ogni movimento popolare, ha restituito dignità ad un popolo completamente abbandonato dai suoi governanti ed esposto alla rappresaglia feroce di un cosiddetto alleato che già da tempo nutriva sfiducia nei confronti dell’Italia fascista. Come non bisogna dimenticare gli episodi di alto eroismo di chi, pur senza ordini di coloro che avrebbero dovuto guidarli e che avevano invece preferito la fuga al rischio di essere catturati, ritenne proprio dovere difendere comunque la patria dall’occupazione tedesca. La vergogna dell’Italia non è la Resistenza, che scrivo appositamente con la lettera maiuscola, ma i mesi dell’estate del 1943 quando Mussolini non volle prendere atto della sconfitta, immaginando chissà quali potenti armi segrete germaniche, si arrivò al suo teatrale arresto, alla incredibile vicenda dell’8 settembre, all’abbandono di centinaia di migliaia di soldati in armi senza ordini e una popolazione esposta ad ogni rappresaglia. Fu il crollo dello Stato e soltanto grazie alla Resistenza, indipendentemente dalla sua efficacia bellica, l’Italia ritrovò una sua dignità. Questo è il significato della Festa della Liberazione, Festa di tutti gli Italiani, anche di quelli che allora, per loro convincimento, si schierarono con la Repubblica Sociale, mettendosi al fianco di chi aveva schiacciato milioni di persone sotto il tallone della violenza e del razzismo più feroce. Anche per loro la Resistenza è un valore da trasmettere alle generazioni future.

    Pietro Alviti

  3. La Resistenza, piaccia o no, fu egemonizzata da un partito che aveva intenzione di introdurre in Italia un regime di tipo comunista. I partigiani rossi eliminarono, a guerra finita, migliaia di borghesi, ex fascisti, sacerdoti cattolici proprio con l’intenzione di preparare la strada alla rivoluzione.Riguardo poi al fatto che abbia ridato dignità all’Italia, avrei qualche dubbio. Forse che Germania e Giappone non sono stati accolti nella comunita internazionale con pari dignità se non superiore a quella dell’Italia, nonostante non abbiano avuto al loro interno fenomeni rilevanti di resistenza al nazifascismo? Anzi, all’estero godono di maggior rispetto perchè seppero perdere una guerra senza perdere l’onore. In Giappone il termine “badoglio” è sinonimo di traditore al pari di “Quisling” in Norvegia. In Inghilterra, nel dopoguerra, il termine “badogliate” pronunciato all’inglese, era sinonimo di “canagliata”. Riguardo, poi, a chi aderì alla RSI, mi permetto di ricordare che non fecero altro che continuare la guerra iniziata nel 1940 al cui annuncio, trasmesso per radio,20 milioni di italiani si riversarono nella piazze osannando al duce. In merito ai milioni di morti provocati dal regime nazista ed alla persecuzione razziale , sarebbe forse opportuno ricordare anche il contributo dato a queste azioni criminali da alcune nazioni “buone” come la Francia. I francesi del regime di Vichy furono i più feroci persecutori di ebrei tanto che questi ultimi preferivano recarsi presso i presidi dell’esercito italiano dove nessuno li costringeva a dipingersi una stella gialla sui vestiti, marchio che era il preludio alla deportazione. La persecuzione degli ebrei in Francia, poi, è qualcosa che iniziò ben prima dell’occupazione nazista e che risaliva all’inizio del secolo. Ma questa è un’altra storia…

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