In memoriam


Pubblicato il 28 aprile 2010 su Uncategorized. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 4 commenti.

  1. Solo ora, ho appreso la notizia attraverso il sito del Liceo ed è in questo momento che la distanza da voi si fa così pesante e angosciante. Il grande dolore che provo posso solo affidarlo a queste poche righe senza poter essere lì e stringermi a voi, attingere dai vostri sguardi e dai vostri cuori quello che non ho potuto conoscere e amare di lui. Voglio dare spazio al dolore per questa perdita improvvisa che tutti ci travolge, ma anche trovare la forza di restituire a Memmino, attraverso un ricordo caro e intenso, quanto ci ha generosamente regalato, a tutti voi che lo conoscevate da sempre e a me che sono passato come una folata di vento. Voglio onorare una persona straordinaria che ho avuto il privilegio di conoscere e voler bene anche solo per quei pochi mesi dell’anno scolastico, impreziosito da tanti bei momenti trascorsi insieme. Tante volte ci siamo incontrati nei cambi dell’ora e scambiati qualche battuta, troppo poco però per capire davvero, eppure la simpatia e la appassionata umanità che emanava dalla sua forte personalità mi pervadeva istintiva. Un anno è troppo breve per tutto, eppure lui in quei pochi momenti durante i quali il tempo e le circostanze ci hanno avvicinato nella quotidianità scolastica mi ha trasmesso una pienezza magnetica di sentimenti, lasciandomi però sempre con qualcosa di non detto, qualcosa da scoprire, un fascino tutto particolare. Ma è stato durante la lunga, intensa e avventurosa gita a cui partecipammo quell’anno che ho avuto davvero l’occasione di conoscerlo meglio e scoprire quello che prima avevo potuto solo intuire, mettendo insieme frammenti di racconti o conversazioni prese in prestito dalle persone del Liceo che gli sono state vicine. E indimenticabili davvero, tra gli altri, resteranno quei momenti della gita e della preparazione del corteo storico, quando siamo stati vicini come possono esserlo solo gli amici, ben oltre il rapporto professionale. Ricordo le volte in cui ci regalò lezioni di storia dell’arte così appassionate, ricche di dettagli tecnici e di vive suggestioni, eppure così naturalmente semplici e comprensibili, quasi conversazioni di avvincente e serena piacevolezza, di cui sono stato conquistato spettatore insieme agli studenti. Memmino, come era naturale e familiare chiamarlo così anche per me che ero entrato solo da poco nella vostro mondo di storie ed affetti, però mi aveva anche regalato personalmente lezioni d’arte e di vita, restituendomi il sentimento vivo e tangibile di un’amore per l’arte, che ho sempre nutrito e che gli feci intuire, senza confessarlo apertamente, per tornare a sentirmi studente ed apprendere e sentire l’arte come purtroppo non avevo mai potuto fare da ragazzo al Liceo (che che grande fortuna sarebbe stata avere un professore di Storia dell’Arte come lui !). Ricordo poi una cena in cui ci ritrovammo tutti insieme, professori e studenti, in un banchetto lietamente profano, in cui c’era qualcosa di sacro e popolaresco insieme, proprio come in un dipinto che lui ci avrebbe così mirabilmente e vividamente illustrato. Ricordo, infine, sopratutto un momento che voglio conservare nel cuore, come l’ultimo frammento di una stagione felice per me anche grazie a lui, che è stato sempre generoso, arguto, pieno di energia ed estro, dolce e gentile sotto quella scorza ruvida e il piglio deciso, che lo rendevano tanto pungente quanto irresistibile (anche in un’aneddotica che tra i ragazzi era già leggenda tramandata e ora diventerà mito, scolpito nelle menti, nei cuori e nelle mura del Liceo. Ricordo, dicevo, il giorno frenetico e caldissimo del corteo storico, i lunghi minuti trascorsi sul tetto della scuola a posizionare bandiere e stendardi, sempre sghembi e frementi al vento impertinente. Ricordo noi, lassù, Memmino, Giacinto ed io a lavorare sotto il sole, instancabili, arnesi in pugno, chiacchierando amabilmente e vedendo il Liceo tramutarsi in una meravigliosa corte in festa. Ricorderò soprattutto quest’ultimo momento perché mi ha riportato alla memoria vivida e sofferta insieme, l’immagine di quando ero piccolo ed ero in compagnia del mio amato nonno. Insieme trascorrevamo giornate intere in campagna e lui mi raccontava e spiegava e mi mostrava la natura che ci viveva rigogliosa intorno ed io ero felice e mi sentivo, pur così piccolo, parte di qualcosa di bello ed importante che entrambi amavamo. Ecco, in quei lunghi minuti ho dimenticato di avere accanto un collega, un amico e ho ritrovato mio nonno che non c’è più da tanti anni. Ho letto molti commenti degli studenti alla notizia e pur nel grande dolore che mi si è riacceso ad ogni riga di commossi ricordi e tenere parole di addio e di ringraziamento, il mio animo ha ripreso forza e conforto ed un sorriso di tenerezza e affetto ha illuminato le ombre scure della tristezza, perché ho sentito il cuore del liceo battere così forte, come dell’amore di tutti per lui riempito in una volta sola. Tanto, troppo questi ragazzi hanno perduto in questi ultimi due anni con la scomparsa di tuo figlio Francesco, un dolore che sempre resterà dentro di noi e ora con l’improvviso addio al caro prof. Memmino, che la vita ha dedicato ai ragazzi e all’arte e che davvero, come alcuni hanno detto, è stato un sole che ha scaldato e illuminato questo Liceo ed ora non tramonterà più nei loro animi e nelle loro memorie. Voglio esprimere il mio profondo cordoglio alla gentilissima moglie del caro Memmino, che ho avuto il piacere di conoscere e a tutta la loro famiglia. Mi unisco al dolore del Liceo e di tutte le persone che l’hanno voluto bene, ma soprattutto ringrazio Memmino per tutto ciò che vi ha donato e mi ha donato prima di lasciarci e sono cose che non si dimenticheranno mai.
    Alessio

  2. Avatar di Sconosciuto Roberta Pelagalli

    Mi ricordo del professor Cipriani nel mio anno di insegnamento al liceo scientifico di Ceccano. Mi ricordo le sue cravatte colorate e originali, i suoi baffi argentini sempre perfetti, la sua voce forte, energica e decisa, la sua serietà, il grande rispetto che gli alunni hanno sempre avuto per lui. Memmino è stato uno dei pilastri del liceo, un uomo che ha dato colore e grinta a una scuola che ha un’identità solida e decisa.
    Grazie, Memmino, è anche a te che mi ispirerò come persona e come insegnante, grazie per il tuo esempio di dedizione, di allegria, di instancabile attività.
    Roberta Pelagalli

  3. Mi ricordo del professor Cipriani nel mio anno di insegnamento al liceo scientifico di Ceccano. Mi ricordo le sue cravatte colorate e originali, i suoi baffi argentini sempre perfetti, la sua voce forte, energica e decisa, la sua serietà, il grande rispetto che gli alunni hanno sempre avuto per lui. Memmino è stato uno dei pilastri del liceo, un uomo che ha dato colore e grinta a una scuola che ha un’identità solida e decisa.
    Grazie, Memmino, è anche a te che mi ispirerò come persona e come insegnante, grazie per il tuo esempio di dedizione, di allegria, di instancabile attività.
    Roberta Pelagalli

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