Posso rimanere?

Resta se puoi; parti se occorre
Recita così una celebre poesia di Charles Baudelaire, ed è questo il dubbio che affligge un numero sempre maggiore di giovani italiani. La domanda più ricorrente è “posso rimanere?” Davanti ad un turn-over dei lavoratori paralizzato, posti di lavoro scarsi e per lo più precari, in tanti scelgono di partire. Sicuramente non è una scelta facile. Cambiare Paese in cui si vive è una vera e propria rivoluzione: cambiano le abitudini, i ritmi di vita, la cultura, cambia tutto.
Se fossimo delle piante, noi giovani, saremmo degli alberi da vivaio, pronti per essere trapiantati dove occorre, a seconda delle necessità. La soluzione a tutto ciò? Probabilmente la più semplice è adattarsi a dove si verrà trapiantati, cercando di scegliere ciò che si ritiene migliore. Abbandonare l’idea di un posto fisso e rimanere nel proprio Paese adeguandosi alle nuove posizioni lavorative, oppure fare le valigie e andare dove riteniamo ci sia un futuro più roseo. Sicuramente la scelta più facile sarebbe andarsene, e non c’è nulla da biasimare in chi lo fa. Ma forse bisognerebbe dedicare più parole, più tempo, più spazio a quei giovani, e ce ne sono, che hanno deciso di restare, nonostante tutto. Perché volere è potere, e se non ci si arrende ai primi ostacoli restare è possibile.
Basta volerlo.
di Sofia Ferracci, IV B
post originale qui http://ilquotidianoinclasse.ilsole24ore.com/2013/11/resta-se-puoi-parti-se-occorre/
Sofia fa parte della redazione del giornale del Liceo che collabora con Il quotidiano in classe de Il sole 24 ore.
Pubblicato il 7 dicembre 2013, in Studenti con tag Charles Baudelaire, liceo ceccano, quotidiano in classe. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 1 Commento.



Parole più che vere… Lo testimonia chi pensava di andare via per un periodo – magari un paio di anni – e poi tornare. Di anni ne sono passati 6 ora e sono sempre con un piede in Italia e tutto il resto del corpo in Germania, perché ogni tanto ci provo ad affacciarmi di nuovo nel mio paese, solo che questo non vuole saperne di me… Chi va via credo si porti dentro la rabbia, la rabbia di vedere il proprio paese che non vuole cambiare.
Da una “vecchia” alunna del Liceo di Ceccano, diplomata nel 2000.