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Posso rimanere?


Resta se puoi; parti se occorre

Recita così una celebre poesia di Charles Baudelaire, ed è questo il dubbio che affligge un numero sempre maggiore di giovani italiani. La domanda più ricorrente è “posso rimanere?” Davanti ad un turn-over dei lavoratori paralizzato, posti di lavoro scarsi e per lo più precari, in tanti scelgono di partire. Sicuramente non è una scelta facile. Cambiare Paese in cui si vive è una vera e propria rivoluzione: cambiano le abitudini, i ritmi di vita, la cultura, cambia tutto.
Se fossimo delle piante, noi giovani, saremmo degli alberi da vivaio, pronti per essere trapiantati dove occorre, a seconda delle necessità. La soluzione a tutto ciò?  Probabilmente la più semplice è adattarsi a dove si verrà trapiantati, cercando di scegliere ciò che si ritiene migliore. Abbandonare l’idea di un posto fisso e rimanere nel proprio Paese adeguandosi alle nuove posizioni lavorative, oppure fare le valigie e andare dove riteniamo ci sia un futuro più roseo. Sicuramente la scelta più facile sarebbe andarsene, e non c’è nulla da biasimare in chi lo fa. Ma forse bisognerebbe dedicare più parole, più tempo, più spazio a quei giovani, e ce ne sono, che hanno deciso di restare, nonostante tutto. Perché volere è potere, e se non ci si arrende ai primi ostacoli restare è possibile.
Basta volerlo.

di Sofia Ferracci, IV B

post originale qui http://ilquotidianoinclasse.ilsole24ore.com/2013/11/resta-se-puoi-parti-se-occorre/

Sofia fa parte della redazione del giornale del Liceo che collabora con Il quotidiano in classe de Il sole 24 ore.