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Bartali e Coppi


borracciadi Fabio Langiu

Con le attività proposte a scuola nel mese di febbraio e concluse con il viaggio di istruzione in Toscana e Piemonte, abbiamo voluto offrire ai nostri ragazzi una visione da una prospettiva diversa della storia del nostro Paese. Nella convinzione che lo sport assuma un ruolo importante nella società per la sua capacità di essere strumento di aggregazione e ricostruzione di rapporti  in momenti difficili, così come un grande  aiuto per il superamento di barriere politiche culturali o sociali abbiamo centrato l’attenzione sull’epopea del ciclismo in Italia nel secondo dopoguerra studiando le figure di Gino Bartali e Fausto Coppi. I due non sono stati solo due inarrivabili atleti ( il che sarebbe già stato abbastanza..) ma come uomini hanno offerto l’immagine di Italiani veri, tanto vicini alla gente che finirono per essere veri punti di riferimento anche nello stile di vita e nelle scelte politiche o religiose. In un Paese abituato sin dall’epoca di Guelfi e Ghibellini a dividersi su tutto, il dualismo creatosi in quegli anni tra “Bartaliani” e “Coppiani” servì agli Italiani a proporre all’estero  un immagine diversa di se stessi sicuramente migliore di quella duramente criticata che ci aveva visto attori attivi nell’esplosione di un conflitto  che tante ferite aveva arrecato al mondo. Leggi il resto di questa voce