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Butterfly circus, un primo commento


di Chiara Sodani, V A

Ho scritto con estremo interesse ciò che il bellissimo corto mi ha trasmesso. 🙂

butterflycircus (1)Sammy è un bambino ordinario in una famiglia straordinaria. Saltimbanchi. Ed è solo per caso che il bambino, suo padre ed il signor Mendez, il carismatico direttore del Circo della Farfalla, decidono di fermarsi a curiosare in un ambiente a loro familiare. Il circo dei mostri, gli spettatori sono soliti chiamarlo, un circo in cui il dolore viene esposto come merce in vetrina, in cui le lacrime regalano allo spettacolo un retrogusto più intenso, in cui si è inermi, esposti ed indifesi, nudi come vermi. E più la natura ti ha votato le spalle, più lo spettacolo è reso interessante. Tra le bellissime gemelle siamesi, l’uomo pergamena che porta il peso della sua vita esternamente impresso sulla pelle con inchiostro scadente, la donna cannone e la donna barbuta, a nessuno mai la Natura ha mai voltato le spalle come a Will, l’uomo senza arti, un uomo, se così lo si può definire, tenuto fermo su una sedia a fare del proprio destino un obiettivo per scagliare le frecce della nostra personale insoddisfazione senza però sentirci cattivi, perché ad esserlo è già stata la Natura. Ma il signor Mendez vedrà in Will una meravigliosa creatura, troppo schiva e ferita per poterlo capire subito. Tramite una serie di sconfitte, gioie, consapevolezze e sfide, Will riconoscerà l’enorme potenzialità in lui nascosta, capendo che tutto l’odio e la pena che ispirava sarebbe stato giustificabile finché egli avesse fatto di quell’odio anche una sua certezza. L’uomo senza arti diverrà eroe del Circo della Farfalla, che dalle ceneri incoraggia tante meravigliose fenici a rinascere, e diverrà eroe della sua vita.

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