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Hai un momento, Dio?
Un giornalista, un microfono, un cameraman, una bottiglia d’acqua e due bicchieri pronti per essere utilizzati. Sembrerebbe quasi di essere spettatori di una chissà quanto importante e seria intervista, da ascoltare in reverenziale silenzio. E invece no. Sin da subito, l’incontro tra Alessio Porcu, direttore di TeleUniverso, e il Vescovo Ambrogio Spreafico, organizzato appositamente per presentare e discutere del libro di quest’ultimo, Dio sfida Giobbe? , si configurerà come una chiacchierata, tanto spontanea quanto suggestiva, tra qualche amico: l’intervistato, l’intervistatore e noi, ragazzi delle quinte classi.
Tanto per cominciare, tra una risatina imbarazzata e qualche colpo di tosse, Porcu ammetterà candidamente di non aver letto il libro del mons. Spreafico, unendoci quindi a noi ragazzi nella sincera curiosità di sentir soddisfatte le nostre curiosità e domande sull’apparentemente inspiegabile comportamento di Giobbe, un uomo comune, di fronte alla grande sfida di Dio. Un atteggiamento saggio, sereno e rassegnato. Infatti, in uno dei più noti e suggestivi libri dell’Antico Testamento viene narrata la storia di
un uomo a cui improvvisamente ed inspiegabilmente viene tolta ogni cosa. Ma partiamo dal principio: nel suddetto episodio biblico, Dio e Satana, il Bene e il Male, descritti simpaticamente dall’intervistatore quasi come due amici di fronte al caffè in un bar, si trovano a scommettere sull’integerrima fede di Giobbe, un dedito credente. Satana infatti è estremamente convinto che se all’uomo, abituato ad avere tutto intorno a lui, venissero tolti, uno dopo l’altro, tutti gli averi e gli affetti, questo sicuramente perderebbe la sua fede e la sua serenità. Allora Dio, certo della sua posizione, lascia che Satana tenti di raggiungere il suo scopo, a un patto però: che venga mantenuta l’incolumità di Giobbe.
E così, nel giro di poche ore, Giobbe viene privato di ogni cosa che, fino a quel momento, aveva sempre avuto: una casa, una famiglia, numerose ricchezze. Una felicità. In tutto l’Oriente una tale sventura non fece fatica a diffondersi, e tre amici di Giobbe si mobilitano per incontrare lo sventurato e tentare di interpretarne le vicende.
Intanto, si apre la seconda manche del duello tra Bene e Male. Leggi il resto di questa voce
Il male, dramma della condizione umana: al Liceo, mons. Spreafico intervistato da Alessio Porcu
Il male e il non senso, l’uomo colpito dal dolore e la ribellione contro Dio, la protesta del giusto che soffre in maniera inspiegabile, la sofferenza dei giovani, l’ingiustizia: ecco alcuni dei temi sui quali mercoledì 12 marzo alle ore 11, nell’aula magna Francesco Alviti, il direttore di Tele Universo, Alessio Porcu, intervisterà il vescovo Ambrogio Spreafico, nellambito dell’iniziativa Incontro con l’autore. Davanti ai ragazzi delle classi V, Porcu presenterà il libro di mons. Spreafico, Dio sfida Giobbe, edito da Urbaniana University Press. Dopo l’intervista, la parola passerà ai ragazzi che in questi giorni si sono confrontati sulle tematiche del bene e del male, e liberamente porranno le questioni che si avvicinano di più alla loro età: il perché della sofferenza, della morte dei giovani, degli incidenti stradali…
Il Libro di Giobbe è probabilmente uno dei più affascinanti e trascinanti episodi dell’Antico Testamento; vi si narrano le vicende di Giobbe, colui che sopporta le avversità, che ha messo alla prova la sua pazienza, la sua forza e la sua fede davanti alla giustizia di Dio. Giobbe è divenuto nella tradizione anche sinonimo di “giusto”, nonché di “saggio” (non a caso i cristiani
hanno inserito il Libro tra quelli “sapienziali” del Vecchio Testamento); persino la religione islamica riconosce nel Corano il profilo nobile ed eroico del grande profeta, che ha subito le tentazioni e le prove di Satana riuscendo a reagire e sopportando la perdita dei suoi beni e dei suoi cari. Figura tipica dell’immaginario occidentale che incarna colui che riesce a sopportare le infamie della vita, senza rinnegare Dio, il Libro di Giobbe anche a distanza di millenni andrebbe riletto con attenzione, non solo per la vertiginosa portata di tematiche teologiche e morali che esso contiene, ma anche per l’indiscutibile bellezza di alcune pagine, che riescono ad essere persino poetiche, e che toccano le corde dell’anima anche oggi per la loro autenticità e sensibilità.



