Ad maiora, Raffaella e Alessandro


rafdaMercoledì 3 dicembre, gli allievi del Liceo hanno incontrato lo scrittore Alessandro D’Avenia. Ecco una prima impressione di Raffaella Celani, V G

Mi piace parlare di lui come “uno di noi”, mi piace parlare di lui come Alessandro. Non scrittore, non professore, nessuna apposizione , semplicemente Alessandro. Perché? Perché è lui, il suo nome, la sua identità, è il perno del suo essere e della sua essenza.  Alessandro è stato con noi e tra di noi, non ha creato limiti o confini, ma ha creato uno spazio unico e univoco dove era l’insieme ad essere vincente. E insieme abbiamo vinto. Noi immedesimandoci in lui e Alessandro entrando in noi. Ha scavato singolarmente in ognuno di noi, andando a cercare la sensibilità giusta da tirar fuori dal fondo di noi stessi. Parlando a quella sensibilità ci ha resi protagonisti diretti e indiretti delle nostre vite, spettatori di una realtà che ci riguarda ma che spesso non guardiamo.
“Tu la mattina, appena sveglio, crei la tua unicità?”  Questa domanda ci ha scosso perché ci ha permesso di realizzare che siamo cittadini del mondo ma non ce ne accorgiamo, che viviamo le nostre vite passivamente, inermi, come scene che passano senza sosta, quando invece sta a noi, ogni mattina, svegliarsi e fare qualcosa per essere cittadini del mondo, perché il mondo è nostro, il mondo appartiene a noi, a tutti noi.  La vera forza sta nel riuscire a capire quello che vogliamo fare della nostra vita e come lo vogliamo fare. E ogni mattina guardandoci allo specchio noi dobbiamo chiederci proprio “Ma io, nella vita, chi voglio essere?” e uscendo di casa giorno dopo giorno dobbiamo cercare, vivere, lottare, amare affinché si realizzino i nostri obiettivi, i nostri progetti per il futuro, perché la speranza non muore mai, perché c’è e deve esserci ed è solo attraverso la speranza e la voglia di credere nei propri sogni che si può CAMBIARE il mondo.
Perché una singola persona non può farlo, ma l’unione di tanti cittadini del mondo si. E noi oggi ci siamo uniti con Alessandro e, insieme a lui, abbiamo partecipato ad un piccolo grande passo per cambiare il mondo. Alessandro D’Avenia, con “Cio che inferno non è”, ha regalato la positività, la volontà, la creatività, l’interesse, ci ha fatto capire che anche lì dove esiste l’inferno può esserci un piccolo spazio di paradiso.

In memoria di Padre Pino Puglisi: “Bisogna cercare di seguire la nostra vocazione, il nostro progetto d’amore. Ma non possiamo mai considerarci seduti al capolinea, già arrivati. Si riparte ogni volta.”

Immensamente  Grazie a Alessandro D’Avenia e a chi, come lui, crede ancora nella Bellezza come unione di ogni qualità dell’essere.

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Pubblicato il 4 dicembre 2014, in Il Liceo con tag , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 1 Commento.

  1. L’ha ribloggato su nacreonboarde ha commentato:
    Qui le mie parole sull’incontro con lo scrittore Alessandro D’Avenia, grande Uomo, immenso esempio.

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