Palestina, alle radici del conflitto
Il 18 settembre 2014 si è svolta a Roma, presso i locali dell’Ambasciata Palestinese nel nostro Paese, un interessantissimo convegno sulla presenza dei cristiani nel variegato e contrastante panorama etnico-politico e religioso di quella che comunemente viene chiamata Terra Santa. In effetti, quando parliamo di Palestina pensiamo sempre alle numerose comunità confessionali islamiche ed ebraiche presenti su quel territorio, ma in verità ne esiste un’altra molto esigua numericamente ma importantissima politicamente, ed è la comunità cattolica cristiana. Essa rappresenta appena l’1,4% della popolazione della Terra Santa, ma è molto attiva e ben organizzata. Determinati a restare nella loro terra d’origine, i cristiani palestinesi, nella quasi totalità cattolici, stanno organizzando una serie di iniziative economiche e sociali tese a restituire ai palestinesi l’identità di popolo, umiliato da decenni di occupazione politica, militare, culturale.
Particolarmente toccanti sono state le comunicazioni di padre Raed Abusahalìa, direttore della Caritas di Gerusalemme, sulla recente creazione di aziende dedite all’imbottigliamento di olio di oliva, o di succhi di frutta, palestinesi; iniziative di piccolo valore economico ma di enorme significato politico ( per i palestinesi, prima dell’intervento della Caritas, era quasi impossibile aprire aziende proprie). Notevole spazio si sta inoltre dando a settori economici terziari, quali soprattutto il turismo.Ma sia pure nella difficile situazione che il governo e l’esercito di Israele hanno determinato, nelle frasi di padre Raed , come degli altri intervenuti, non è mai apparso odio né desiderio di vendetta: gli israeliani sono stati definiti ‘amici’; mentre l’esercito israeliano ed Hamas cannoneggiavano loro distribuivano palloni da football a bambini palestinesi ed israeliani, ecc. Ma queste importantissime misure di carattere pacifista rimangono poca cosa rispetto alle iniziative pedagogiche della Caritas gerusalemita. Non mi soffermerò della possibilità offerta solo quest’anno a 1200 studenti universitari di poter proseguire gli studi; è ovvio il suo valore sociale. Ma che dire dei centri di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti in Gerusalemme Est (la parte non annessa allo Stato di Israele, per intenderci) dove l’eroina ed altre droghe pesanti sono volutamente lasciate circolare, allo scopo di annientare le nuove generazioni di palestinesi? Che dire dei centri di riposo per anziani, dove i vecchi palestinesi riescono a trovare la serenità non ottenuta in gioventù?
Dopo aver esposto così efficacemente le iniziative della sua Caritas, padre Raed ha ritenuto di dover lanciare una nuova proposta politica per il futuro della Palestina. Convinto che la proposta dell’ANP di creare due Stati per due popoli sia ormai naufragata, il prelato palestinese ha proposto un unico Stato per i due popoli, ovvero palestinesi ed israeliani nello stesso Stato, necessariamente laico e democratico. Certo è una proposta affascinante, ma la ribellione palestinese nacque il primo gennaio 1965 proprio perché era impossibile convivere tra popoli così diversi. E dal 1965 ad oggi, non solo non sono stati fatti molti passi avanti, ma addirittura ne sono stati fatti molti indietro, si pensi alla mentalità molto comune nell’uomo di strada israeliano che vede il palestinese come un bieco e sanguinario terrorista.
Ciò detto, ci auguriamo e ci adoperiamo affinché ogni sforzo del popolo palestinese e degli israeliani di buona volontà (ce ne sono!) abbiano esiti positivi.
Termino questo piccolo rendiconto con un omaggio a monsignor Hylarion Capucci, vescovo di Gerusalemme in esilio da circa 40 anni in quanto non gradito alle autorità di Tel Aviv (il suo reato è aver affermato pubblicamente che anche i palestinesi hanno diritto ad una terra su cui vivere); una relazione scritta non potrebbe mai esprimere appieno cosa suscita sentire le parole di questo pacifista ultranovantenne, che mantiene intatto il suo vigore morale e spirituale.
* docente di storia e filosofia al Liceo di Ceccano
Pubblicato il 21 settembre 2014, in Studiare ed insegnare con tag capucci, Caritas, Gerusalemme, guerra, israele, pace, palestina, palestinesi, storia, Terra Santa. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 2 commenti.
Grazie per lo spazio dedicatomi
Mario Morsillo
Grazie, a te, Mario, per il resoconto chiaro, attento e puntuale. Resto a disposizione per qualsiasi iniziativa didattica dedicata al tema, al quale i nostri studenti credo non siano indifferenti malgrado la complessità della questione in sé.