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Affamati
Alessia Cristofanilli, della III B, commenta l’interessantissima assemblea degli studenti di venerdì 28 novembre al teatro Antares, dove gli allievi si sono confrontati con 3 rifugiati ospiti della Caritas Diocesana, un giovane studente in legge del Mali, una donna eritrea con l’obiettivo di andare a lavorare in Inghilterra, un giovane afgano scappato perché i talebani volevano ucciderlo se fosse andato ancora a scuola.
Scappati dalla morte, dalla fame, dalla guerra. Gli odori e i suoni dei loro Paesi natali violentemente impressi nella mente, marchiati a fuoco, tristemente soffocati e sostituiti dal colore del sangue, dall’odore acre della polvere da sparo e dalle urla. Questi sono i tre macabri compagni di viaggio che accompagnano nella fuga dall’orrore, onnipresenti città dopo città, camion dopo camion, gente che muore e donne che piangono. Non si sa se oggi mangerai, riuscirai a scampare ai pericoli, se riuscirai a dormire qualche ora senza incubi costanti, se riuscirai a vivere per vedere l’alba del giorno seguente. Non è detto che tutto ció porti i suoi frutti, non è detto che riuscirai ad arrivare dall’altra parte, non è detto che tutti i sacrifici enormi che stai compiendo riusciranno a farti ricostruire una vita. Non è detto che riuscirai ad aiutare la tua famiglia e a rivederla un giorno. Oggi abbiamo incontrato tre persone che ce l’hanno fatta. Leggi il resto di questa voce
Palestina, alle radici del conflitto
Il 18 settembre 2014 si è svolta a Roma, presso i locali dell’Ambasciata Palestinese nel nostro Paese, un interessantissimo convegno sulla presenza dei cristiani nel variegato e contrastante panorama etnico-politico e religioso di quella che comunemente viene chiamata Terra Santa. In effetti, quando parliamo di Palestina pensiamo sempre alle numerose comunità confessionali islamiche ed ebraiche presenti su quel territorio, ma in verità ne esiste un’altra molto esigua numericamente ma importantissima politicamente, ed è la comunità cattolica cristiana. Essa rappresenta appena l’1,4% della popolazione della Terra Santa, ma è molto attiva e ben organizzata. Determinati a restare nella loro terra d’origine, i cristiani palestinesi, nella quasi totalità cattolici, stanno organizzando una serie di iniziative economiche e sociali tese a restituire ai palestinesi l’identità di popolo, umiliato da decenni di occupazione politica, militare, culturale.
Particolarmente toccanti sono state le comunicazioni di padre Raed Abusahalìa, direttore della Caritas di Gerusalemme, sulla recente creazione di aziende dedite all’imbottigliamento di olio di oliva, o di succhi di frutta, palestinesi; iniziative di piccolo valore economico ma di enorme significato politico ( per i palestinesi, prima dell’intervento della Caritas, era quasi impossibile aprire aziende proprie). Notevole spazio si sta inoltre dando a settori economici terziari, quali soprattutto il turismo.Ma sia pure nella difficile situazione che il governo e l’esercito di Israele hanno determinato, nelle frasi di padre Raed , come degli altri intervenuti, non è mai apparso odio né desiderio di vendetta: gli israeliani sono stati definiti ‘amici’; mentre l’esercito israeliano ed Hamas cannoneggiavano loro distribuivano palloni da football a bambini palestinesi ed israeliani, ecc. Ma queste importantissime misure di carattere pacifista rimangono poca cosa rispetto alle iniziative pedagogiche della Caritas gerusalemita. Non mi soffermerò della possibilità offerta solo quest’anno a 1200 studenti universitari di poter proseguire gli studi; è ovvio il suo valore sociale. Ma che dire dei centri di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti in Gerusalemme Est (la parte non annessa allo Stato di Israele, per intenderci) dove l’eroina ed altre droghe pesanti sono volutamente lasciate circolare, allo scopo di annientare le nuove generazioni di palestinesi? Che dire dei centri di riposo per anziani, dove i vecchi palestinesi riescono a trovare la serenità non ottenuta in gioventù? Leggi il resto di questa voce
Raccolta alimentare, la Caritas chiede aiuto
La caritas diocesana di Frosinone chiede aiuto a volontari per la raccolta alimentare di sabato 5 aprile. Chi fosse interessato a dare un po’ del proprio tempo a chi è in difficoltà può contattare direttamente le parrocchie. Ecco il comunicato della Caritas:
Si terrà sabato 5 aprile, a pochi giorni dalla santa Pasqua, la raccolta alimentare in molti centri della Diocesi: a Frosinone, Ferentino, Veroli, Boville Ernica, Monte San Giovanni Campano, Castro dei Volsci, Ripi, Torrice, Pofi, Ceccano, Amaseno, Patrica. Tanti i volontari della Caritas, delle parrocchie e delle Associazioni che si ritroveranno davanti ai supermercati e ai negozi di alimentari per sensibilizzare tutti al dono per le persone e le famiglie in grave difficoltà che vengono quotidianamente sostenute dalle Parrocchie e dalle Associazioni del nostro territorio. L’iniziativa fortemente voluta dal Vescovo, Mons. Ambrogio Spreafico, è una occasione per molti di prestare la propria opera volontaria al servizio dei più poveri e per tutti di condividere il tanto o poco che ognuno può con chi non riesce nemmeno a soddisfare i bisogni primari di cibo. I viveri raccolti rimarranno a disposizione di ogni parrocchia che partecipa e che li distribuirà alle famiglie del proprio territorio di riferimento: questa iniziativa a “chilometri zero” permette di abbattere i costi di trasporto e stoccaggio ed avere una relazione personale diretta con le famiglie destinatarie.
Il Liceo per la raccolta alimentare
Il Comitato degli Studenti del Liceo di Ceccano ha partecipato oggi alla colletta alimentare della Caritas diocesana di Frosinone: nel corso dell’assemblea studentesca, diversi ragazzi hanno preparato e venduto dolci il cui ricavato (quasi 100 euro) è stato utilizzato per fare la spesa e donarla ai volontari della Caritas impegnati davanti ai supermercati. Altri hanno portato direttamente generi alimentari; altri ancora hanno partecipato come volontari. Grazie, ragazzi!